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TEATRO FABBRICONE/SALA FABBRICHINO

Dalla Fabbrica al Teatro

Per gran parte del XX secolo il Fabbricone è stato il più grande stabilimento tessile di Prato. Fondato nel 1887 da due famiglie tedesche, Kossler e Mayer, era stato subito battezzato così per le sue dimensioni e per l'elevato numero di dipendenti (quasi 2000). Nel secondo dopoguerra il Fabbricone sembra avviato a diventare un pregevole pezzo di archeologia industriale ma l'intero complesso viene acquistato, a metà degli anni 70 dai fratelli Balli. L'omonimo lanificio è ancora oggi attivo in un’ampia parte di quest’aria ormai adiacente al centro della città. Parallelamente nel 1974 inizia un altro percorso, in uno degli immobili dell’area, viene creato il Teatro Fabbricone. Qui Luca Ronconi inaugura il suo “Laboratorio” legato ad una idea di teatro come arte che rivoluziona il concetto di classico di spazio scenico frontale. Dalla ex fabbrica nasce un teatro diverso, capace di coinvolgere lo spettatore in una esperienza artistica contemporanea, fatta di contaminazione: le arti visive, l’architettura, la danza, le nuove tecnologie invadono la scena, cambiano le convenzioni e il rapporto attore/spettatore viene reinterpretato. In questa storia che riguarda una parte importante del teatro italiano si apre però un percorso parallelo, un riverbero o piuttosto un effetto collaterale. Calato il sipario sulle grandi produzioni di Luca Ronconi, Peter Brook, Massimo Castri, un humus del tutto indigeno comincia a popolare questi spazi-fabbrica. Qui nasce il festival internazionale “Teatropolis” dove al compagnia TPO collabora con Mario Rellini allora direttore del Fabbricone, mentre tra il 90 e 93 viene ospitata “la Bottega” di Gassman in uno spazio ristrutturato da Sandro Bertini e che sarà dedicato a “Leo Toccafondi”, geniale regista pratese morto prematuramente nel 1987. Questa sala ha continuato ad operare come spazio prove fino al 2002 quando diventa sede della compagnia TPO che si trasferisce qui dopo aver vissuto per circa 10 anni al Teatro Santa Caterina. Con un po’ ironia il TPO rinomina lo spazio “Teatro Fabbrichino” con l’intenzione di creare, in collaborazione con il Teatro Metastasio, un centro di produzione di spettacoli dedicati all’infanzia. In questo spazio molto ampio ma privo d’infrastrutture, la compagnia inizia una lenta opera di recupero, allestendo una sala teatrale agibile da 99 posti, una sala prove ed un laboratorio al piano superiore, un foyer climatizzato, un’area magazzino. Parallelamente il lavoro di restyling investe anche l’area esterna dove, nel giugno 2014 viene inaugurato il giardino fabbrichino, spazio all’aperto di 400 metri quadri in grado di ospitare spettacoli ed eventi estivi. Attualmente il teatro fabbrichino fa parte del complesso dei teatri gestiti dal Metastasio ed opera come centro culturale attivo, aperto alla città ed alle sue trasformazioni.

Davide Venturini
Compagnia TPO