I
personaggi abitano uno spazio delimitato – quadrato sintetico
– pieno di oggetti, che ricorda un luogo casalingo, un’installazione
di uso domestico.
Vivono isolati tra di loro, lontani dal mondo, con il desiderio
di superare i limiti di uno stato naturale per arrivare a quello
artificiale; raccontano i loro mondi pieni di bellezza e allo
stesso tempo d’orrore.
Vivono la crudeltà, l’ironia, il delirio, l’assurdo…
Una lotta continua con se stessi, una solitudine estrema, dove
emerge costantemente l’impossibilità di comunicare.
Solitudine.
The
characters live in a limited space –synthetic square –
full of objects; it resembles a homely space, an installation
for domestic use.
The characters live isolated one from the other, far from their
world, with a desire to surpass the boundaries of a natural state
to reach an artificial one. They tell stories of worlds full of
beauty and of horror at the same time.
They live cruelty, irony, delirium, the absurd...
It is a constant struggle with themselves, an extreme solitude
letting out constantly the impossibility to communicate.
Solitude.
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